Il Titanic, la vera storia dell’affondamento
La storia, i retroscena e le leggende dell’affondamento del famoso transatlantico Titanic, costruito a Belfast in Irlanda del Nord.
Il naufragio del Titanic segna il mondo navale internazionale e rende sbiadita quella fotografia in bianco e nero del “gigante dei mari” che non sarebbe affondato per nulla al mondo. L’entusiasmo dei diecimila curiosi arrivati sul molo, la paura e i desideri dei passeggeri a bordo, la fierezza dell’equipaggio fecero da cornice a un evento mondiale. Il transatlantico britannico, però, non riuscì neppure a superare il suo viaggio inaugurale. Una nave stregata? I segni della tragedia erano prevedibili? Può darsi, ciò che contava allora era “vivere il sogno”, raggiungere gli Usa. Il Titanic, espressione del lusso e del benessere, oltre a essere la nave perfetta incarnava bisogni e sogni e, almeno in questo, senza distinzione di classe sociale. Nella tragedia muoiono 1.550 persone.
Tutto inizia l’11 aprile 1912. Il Titanic, formalmente RMS Titanic, all’epoca il più grande e lussuoso transatlantico al mondo parte da Southampton (UK) diretto a New York, facendo alcune tappe intermedie in Francia e in Irlanda. A pochi giorni di navigazione in mare aperto, il transatlantico affonda dopo aver urtato un iceberg. L’impatto avviene alle 23:40 del 14 aprile 1912, e l’imbarcazione resta in agonia 2 ore e 40 minuti prima di spezzarsi in due tronconi esattamente alle 2:20 del 15 aprile. Un avvenimento che mette in discussione tutto e tutti: dalla costruzione della nave, avvenuta nei cantieri Harland and Wolff di Belfast (Irlanda del Nord), al comportamento degli equipaggi, alle possibili falle mai dichiarate. La tragedia richiama l’interesse di storici, registi e scienziati attraversando più generazioni.
Il viaggio e la collisione con l’iceberg
Il Titanic è al suo debutto, per un viaggio che sarebbe dovuto durare sette giorni. È il 10 aprile 1912 quando la nave salpa da Southampton (Regno Unito) alle ore 12:06. Il transatlantico lascia l’Ormeggio 44 per allinearsi sulla rotta di New York. Il suo arrivo a New York è già stato annunciato così come il molo 59. L’epica traversata, raccontata sui giornali con tante sfumature, è interrotto il 15 aprile 1912, a causa della collisione con un iceberg.
Il giorno della partenza il Titanic, mastodontico come le navi gemelle l’Olympic e il Gigantic (che dopo la catastrofe del Titanic prese il nome di Britannic), fece due tappe intermedie a Cherbourg (Francia) e Queenstown (L’attuale città irlandese Cobh), per poi navigare l’Oceano.
Domenica 14 aprile 1912, a metà viaggio, la stazione radio di bordo viene allertata più volte per la presenza di iceberg lungo la rotta. Si tratta di massi di ghiaccio vaganti segnalati dalle imbarcazioni che percorrono lo stesso tratto di mare del Titanic. Secondo le ricostruzioni alle 21 il mare è calmo e la navigazione procedeva regolare sotto un cielo limpido e stellato. Passano diverse ore quando alle 23,40, il transatlantico urta un iceberg. Le vedette, sprovviste di cannocchiali specifici, avvistato la massa scura a occhio nudo. William Murdoch, l’ufficiale di guardia sul ponte, dà l’odine: indietro tutta e annuncia una virata per evitare l’ostacolo.
La nave, però, naviga a una velocità importante, circa 22 nodi, e con meno di 500 metri di distanza la manovra appare complessa. Pertanto è richiesta una seconda virata opposta, a dritta, perché la prima avrebbe avvicinato la poppa all’iceberg. L’idea di passare a sinistra dell’ostacolo, sfiorandolo con il fianco destro, non si avvera: il Titanic entra in collisione con la massa di ghiaccio riportando seri danni. Lo squarcio si estende per novanta metri su una lunghezza complessiva di 269. Le falle si trovano sotto la linea di galleggiamento e dei 16 compartimenti stagni, i primi 5 si allagano: il gavone di prua, le tre stive postali e il locale caldaia. Alle ore 00,15 del 15 aprile 1912, il Titanic lancia l’SOS e tra le navi vicine il Carphatia registra ma è a quattro ore di navigazione.