Vivere Dublino da disabile

La ricerca contro le “barriere architettoniche” che i 600 mila disabili certificati affrontano nella capitale irlandese e sull’Isola.

Arriva dall’Irlanda, più precisamente da Dublino un piccolo esperimento di tre giovanissimi ragazzi che hanno voluto vivere per un giorno, la propria città da “disabili”. Lo scopo è stato quello di far emergere le “barriere architettoniche” che ogni giorno sono costretti ad affrontare 600mila disabili certificati che vivono sull’Isola.

L’esperimento

Vivere Dublino da disabile

Christine McGuinness ha scelto di bendarsi, Mick Power ha utilizzato invece delle cuffie industriali e Eoghan Donoghue ha deciso di vivere Dublino in carrozzina.

Per Christine la prima difficoltà è stata quella di pagare una tariffa con la Luas utilizzando un touch screen presente in stazione. Meglio gli attraversamenti pedonali, grazie agli effetti sonori emessi dagli appositi apparecchi presenti agli incroci. Positive anche le “bolle” sul terreno che indicano il pericolo, che purtroppo andrebbero applicate – dice la ragazza – anche in presenza di scale.

Donoghue che studia medicina, invece, ha affrontato la città insieme al suo amico Jonathan Clarke. Ha definito la passeggiata in Temple Bar “un incubo”, impossibile da visitare da sola. Ciottoli e sacchetti presenti sui marciapiedi sono davvero un ostacolo da superare, ma il selciato che si trova nel quartiere della movida non è affatto di aiuto per una persona in carrozzina. “Nota positiva è stata la gentilezza delle persone” ha dichiarato Donoghue.

Mick, musicista di 32 anni, che ha utilizzato delle cuffie industriali, in compagnia della sua ragazza, ha avvertito un forte imbarazzo soprattutto quando entrava in contatto con le persone. “Un disagio” come l’ha definito, perché non sapendo cosa stesse accadendo nessuno era in grado di comunicare con lui.

Alla fine della giornata, tutti e tre i ragazzi si sono detti esausti, di aver vissuto per un solo giorno nella capitale irlandese da disabile.

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